Il turismo sostiene il Pil italiano

L’ oggettiva analisi del report sulla Congiuntura 2023 di Confindustria dimostra in modo inequivocabile che le azioni messe in campo, tramite il ministero del Turismo, hanno segnato l’inversione di tendenza del turismo italiano: 50 miliardi di introiti da flussi esteri nel 2023 contro i 30 miliardi del 2019, anno top per il turismo estero in Italia. Un dato che si accompagna – secondo fonti Bit – alla conquista del secondo posto delle mete europee con più turisti stranieri, registrato nel primo semestre dell’anno, che è un netto miglioramento rispetto alla quarta posizione del 2022. Con azioni di breve, medio e lungo periodo, l’obiettivo è consolidare ulteriormente questo risultato e recuperare posizioni nel ranking mondiale, tornando a essere, in cinque anni, i primi in Europa.

Ma i dati 2023 dimostrano in modo inequivocabile, al di là di sterili e inutili polemiche, che il turismo è sempre più un pilastro strutturale dell’economia, ben evidenziando che le attività turistiche coinvolgono l’intero Sistema Italia – ossia trasporti, cibo, IT, lavori edili, e via discorrendo – e, pertanto, il contributo complessivo che il turismo apporta all’economia nazionale è ben più alto della quota PIL che viene assegnata dalle statistiche. I pilastri su cui il ministero, consolidando i suoi primi anni di vita, ha puntato e punterà per la crescita organica del comparto sono la destagionalizzazione, la digitalizzazione, la valorizzazione delle risorse umane, gli strumenti finanziari strutturali, diversificazione offerta turistica e promozione esterna e interna per recuperare anche sul mercato interno. E questo è stato già messo in chiaro con l’adozione del primo piano industriale del settore, oltre con l’introduzione di prime misure mirate.

La destagionalizzazione rappresenta un punto essenziale per valorizzare la ricchezza nazionale: quarant’anni passati a pensare al turismo solo come “balneare” ha portato a risultati riduttivi. Oggi il ministero e tutto il governo ritengono che il turismo debba essere destagionalizzato e imperniato su patrimonio culturale, enogastronomia, sistema termale, cicloturismo, turismo medicale e del benessere, turismo dello shopping, unendo tutti i fattori dello stile di vita italiano – tanto apprezzato quanto invidiato da tutto il mondo.

La valorizzazione delle risorse umane, con una politica basata su formazione e attrazione talenti, è un punto cardine su cui agire per dare dignità alla spina dorsale del turismo e consentire alle imprese di disporre di risorse umane qualificate. Lo strumento del Fondo Nuove Competenze dovrà essere settorializzato per il turismo in quanto le esigenze del comparto, tenendo conto della sua trasversalità, sono totalmente diverse da quelle di altri settori dell’economia. In questo senso, come già realizzato con la parziale defiscalizzazione del lavoro festivo e notturno, il ministero intende proporre soluzioni per migliorare il sistema retributivo dei lavoratori.

Oltre a questo, gli importanti investimenti sui cammini religiosi e gli interventi per ridare forte slancio ai piccoli Comuni a vocazione turistica vanno nella direzione di definire una proposta turistica, già ricca per natura, che profonda e altamente diversificata, e ciò è possibile solo dimostrandoci capaci di mettere a sistema quell’immenso potenziale di cui disponiamo. Con questo percorso l’obiettivo di portare il turismo italiano al primo posto per flussi turistici in Europa non è una chimera, ma un progetto serio e perseguibile su cui il ministero, nella politica attiva del governo, intende confrontarsi – come ha già ampiamente dato prova di saper fare – con le imprese, i sindacati e tutti i portatori di interesse del settore.

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