Un anno nero per la libertà di stampa

Questo emerge dal rapporto di Reporter senza frontiere (Rsf), che avverte che la disinformazione, la propaganda e l’intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo. In occasione della 30esima Giornata mondiale della libertà di stampa (3 maggio) i dati che emergono sono quindi piuttosto sconfortanti, con 86 giornalisti uccisi nell’ultimo anno e 31 paesi considerati in una “situazione molto grave”.

Nonostante i dati negativi a livello globale, l’Italia guadagna 17 posizioni passando dalla 58esima alla 41esima posizione, superando tra gli altri, anche gli Stati Uniti. Secondo il report nel nostro Paese i problemi principali continuano a essere rappresentati dalla criminalità organizzata, specialmente nel sud del Paese, e dai gruppi estremisti violenti, fattori peggiorati a causa della pandemia. 

  “La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia, perché il libero convincimento che porta al voto e alla sovranità elettorale dei popoli si determina attraverso la formazione dell’opinione pubblica ma l’opinione pubblica si forma se c’è libertà di espressione. Oggi in Italia credo che la stampa sia abbastanza libera ed è bene che sia così, che ci sia un pluralismo delle fonti, poi ciascuno trarrà il suo libero convincimento”, ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. 

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