Esplorando… Frattura, produzione e scambi (settima parte)

A Frattura si producevano cereali, frumento, grano che si barattavano con i prodotti dei paesi vicini con ortaggi, frutta, vino e in special modo uva. Per raggiungere gli altri paesi per il baratto, donne e uomini di Frattura dovevano alzarsi quando era ancora notte e attraversare anche le montagne. Quasi tutti avevano un animale da soma che veniva caricato il più possibile con i prodotti da scambiare. Si racconta che, anche da altri paesi, salivano a Frattura persone per lo scambio. Molti anziani di Frattura si ricordavano di una signora di Introdacqua, Serafina, che arrivava a Frattura attraverso la “Forcella”, sentiero che collega Frattura con Introdacqua, portando ceste d’uva e fichi, specialmente durante il periodo della trebbiatura.

Si racconta che alcuni fratturesi che avevano visto il quadro “Bestie da soma” del Pittore Patini di Castel di Sangro, furono presi da grande e palpitante emozione nel riconoscersi e rivivere quella dura vita vissuta e realisticamente rappresentata.

Per gli acquisti di altri generi di necessità, non disponendo di denaro contante, ci si impegnava con il venditore che si sarebbe provveduto al saldo del debito, al ritorno dei capo famiglia dalla tosatura e da altre attività, quali vendita di piccoli animali allevati nel paese (galline, capretti, agnelli, maiale…). Tale modalità di far debito a fiducia, era considerato un patto di lealtà tra venditore e compratore. La parola data per i fratturesi era ed è ancora oggi sacra.

(NOTA: l’opera del Patini anche per le grandi dimensione che la caratterizzano produce l’effetto nel visitatore di essere fisicamente partecipe dello squarcio di vita rappresentato).

L’ECONOMIA DI FRATTURA

Dal catasto onciario di Frattura del 1743 si evince che l’economia era basata sulla pastorizia in quanto vi erano: Pecore: 10.000 di cui 5.000 appartenenti alla Duchessa del Regno di Napoli. Ovini: 5.000 appartenenti alla Chiesa. In paese: ovini circa 150, 106 cavalli, 100 mucche, 70 tra asini e muli. I mestieri prevalenti erano: pecorai, in seguito bracciante, panettiere 1, vetturali 3, preti 3, massari di pecore 20, bifolco 1, agrimensori 2, scarparo 1, valicale 1,addetto alla guida di animali da soma decrepito 1.

Dopo la caduta dei Borboni l’economia di Frattura subì una trasformazione da pastorizia ad agricola, favorita dalla posizione ottimale del territorio. Da sottolineare l’amore e l’attaccamento del fratturese alla terra come è dimostrato da un episodio avvenuto tra il fine 800 e inizio 900. Si procedeva al limitrofe. Vi furono atti di “sabotaggio” da parte dei contadini che rivendicavano la terra: Il giorno la forestale potenziava la piantagione, di notte i contadini estirpavano le piccole piante rendendo inutile il lavoro. A quel punto la Forestale interruppe il rimboschimento.

Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro. Foto: Enzo Gentile.

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