Sant’Antonio abate (Barone), seconda festa tradizionale dell’anno

Il 17 gennaio, ore 11,15, davanti alla chiesa viene festeggiato Sant’Antonio abate. Dopo la messa vengono benedette le “sagne con la ricotta”, un pasto che un tempo veniva offerto ai poveri del paese. Il 16 gennaio, vigilia, ore 18.00 viene acceso un falò davanti alla chiesa con la distribuzione dei panini con la porchetta. Ricorrenza molto sentita dagli scannesi poiché dopo la serenata delle “chezette”, la notte della befana, è la seconda festa tradizionale dell’anno appena iniziato.

Dati storici della chiesa sita a Scanno in via Ciorla, 15
Un’ipotesi sulla fondazione cinquecentesca della chiesa è data da un’epigrafe sita sulla facciata che dice che il barone Ettore Ciorla la fece erigere (fieri fiat) nel 1569; questa ipotesi, tuttavia viene contraddetta dalla collazione (dal lat. collatio -onis «conferimento, confronto») del vescovo Cadichio di Sulmona già in data 15 febbraio 1515 investe la chiesa di Sant’Antonio – che evidentemente era già esistente – all’arciprete Pasquale di Pietro. Quindi l’intervento del Ciorla del 1569 verosimilmente allude a un restauro o un’aggiunta all’edificio; altra targa col testo quasi identico è affissa in prossimità, ma con data 1589. Secondo la tradizione la chiesa sarebbe sorta sul sito di un’antica abbazia benedettina.

Una targa sulla controfacciata informa che nel 2000 è stato completato un restauro condotto dalla Parrocchia della chiesa di Santa Maria della Valle coadiuvato dalla regione Abruzzo e dalla famiglia di Giovanni Maiorano. Questo restauro ha rimosso il primitivo intonaco esterno lasciandolo spoglio (con pietra a vista).

La facciata è rettangolare, ai lati del portale vi sono le due targhe con le date del 1569 e 1589. Sopra il portale una finestra ad arco acuto. L’interno è ad aula a pianta rettangolare suddiviso in due cellule ricoperte da volte a botte ad arco ribassato e lunettate. Due paraste laterali che si aprono dietro l’altare sostengono altrettanti archivolti. Gli archi interni, che sorreggono la struttura della chiesa, sono emersi durante un restauro di inizio secolo. Il fondo della chiesa è scandito da un archivolto a sesto ribassato. L’aula è molto luminosa, grazie alle due finestre ovali alle spalle dell’altare. Quest’ultimo è scostato dal muro e, nel muro retrostante, è presente una nicchia con la statua di Sant’Antonio abate. Il Santo tiene nella mano destra il bastone a tau su cui è appesa una campanella; con la sinistra regge un libro chiuso su cui è una fiamma. Un maialino è ai suoi piedi.

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