Pagine di gioventù: “La mia amica Radio”

Alla fine degli anni ’70 la mia migliore amica era una Radio, e più precisamente Antenna Radio Scanno. L’ascoltavo ogni giorno, ad ogni ora. Per forza ci lavoravo! Dire: “lavorare” forse è troppo perché più che altro era un divertimento, senza secondi fini, anche se richiedeva un bel po’ d’impegno. Ho passato in quella stanzetta forse i migliori momenti della mia gioventù: sempre in contatto con la gente, insieme ai miei compagni di viaggio fra dischi, dediche, spot pubblicitari, organizzazione di programmi e tante altre cose non sempre piacevoli. Come in tutte le famiglie, poiché la nostra era una vera grande famiglia, non mancavano le solite futili discussioni, più che altro sul disordine, che a volte sfociavano anche in grandi litigi. Ma col tempo fiorirono anche tante nuove amicizie e passioni inaspettate che portarono anche più in là, fino all’altare.

Il Natale era alle porte e per me sarebbe stato l’ultimo a Scanno prima di partire, con l’anno nuovo, alla volta di Roma. Non volevo pensarci. La sola idea di dover cambiare tutte le mie abitudini e di lasciare soprattutto la mia Radio mi rendeva triste e irrequieto, ma poi non più di tanto, poiché mi resi subito conto che avevo davanti a me una grande opportunità da non perdere che, probabilmente, avrebbe cambiato per sempre la mia vita. E poi la Radio era in buone mani. Infatti, a seguito dell’unificazione di Radio Scanno con Radio Antenna ‘79, contava addirittura una cinquantina di collaboratori: tutti bravi ragazzi, preparati e molto disponibili. Come si dice: “l’unione fa la forza”. In verità, inizialmente non fui proprio favorevole a tale operazione in quanto fino ad allora quelli di R.A.’79 si erano dimostrati i nostri più agguerriti concorrenti, ma anche qui l’amicizia prevalse su tutto dando ancora più slancio ad una realtà che stava cambiando in ogni senso la mentalità della nostra amata Scanno. La Radio raggiunse così il suo livello più alto, una vera potenza che riuscì a coinvolgere in tutte le sue iniziative un’intera cittadinanza. La sua presenza, inoltre, era tangibile in quasi tutte le nostre varie manifestazioni e celebrazioni: di rilievo fu la trasmissione della messa di Natale in diretta e, prima ancora, le Glorie di San Martino, le partite di calcio dell’Unione Sportiva, per finire con i collegamenti con la Sala Consiliare del Comune. In quel periodo i “nostri studi” erano particolarmente affollati, vuoi per il freddo che faceva fuori ma anche per vedere da vicino come funzionasse l’intera messa in onda dei programmi che da casa, tranne qualche inconveniente tecnico, sembravano così perfetti da far invidia perfino a Radio Montecarlo e alle altre migliori Radio libere del momento. Il raggiungimento di questo grande successo fu determinato in modo decisivo anche dalla collaborazione fattiva dei numerosi operatori economici locali e altri. Non da meno fu l’ottima riuscita di una lotteria natalizia organizzata, lì per lì, per fare qualcosa di diverso ma che in effetti si rivelò molto redditizia al costo di un solo primo premio, consistente in un nuovissimo e originale televisore a colori. Ma, oltre questo, fu indovinata in pieno la formula di “vendita” dei biglietti che, sotto forma di pubblicità, venivano distribuiti ai negozianti, i quali a sua volta li regalavano ai consumatori a fronte di un minimo di spesa. Per farla breve, fummo costretti a ristampare numerosi blocchetti che in poco tempo andarono subito esauriti. In proposito il trio formato dal Conte, dal Segretario e dall’Altro che distribuiva i biglietti, non sapendo più a chi dare retta per le troppe e continue richieste, andò presto in confusione totale. In paese non si parlava d’altro.

E si parlava, dunque, solo e solamente della Radio e del suo Babbo Natale in arrivo per la gioia di tutti i bambini. E la musica era in onda a qualsiasi ora, 24h su 24h, quando il verticale non si inceppava. All’assenza di qualche presentatore, scattava l’allarme per sapere cosa fosse successo, come ci si rallegrava per il compleanno di qualcuno, per i matrimoni e per gli immancabili anniversari, ma anche sulle notizie locali in piena fiducia reciproca, tanto da sentir dire spesso: chi l’ha detto?…ma l’ha detto Radio Scanno, allora è vero!

Non potrò mai dimenticare gli interventi in dialetto delle simpaticissime nonne di Scanno; dalla voce ferma e squillante  a catturare l’attenzione anche dell’ascoltatore più distratto. Una voce piena di verità che parlava di storie vissute con sacrifici e con, purtroppo, parecchie rinunce. Testimonianze di altissimo interesse che mai avremmo pensato di ascoltare attraverso le frequenze di una Radio, considerando l’estrema riservatezza in cui vivevano le nostre famiglie. Ed è a loro che va il nostro grazie per come dire: “averci cresciuti bene”, di averci dato dei valori a cui credere nel rispetto degli altri. Lo stesso infinito grazie andava continuamente ai nostri numerosi ascoltatori, in gran parte femminile ed adolescenziale, pronti a sostituirci. Un pubblico attentissimo a qualsiasi passaggio, perfino all’ultimo disco rock, pop o reggae da canticchiare insieme. E, mentre puntualmente andava la sigla finale: “l’anno che sta arrivando, fra un anno passerà…io mi sto…”, non potevano mancare gli auguri di Buon Natale, felice Anno Nuovo a tutti, il rinnovato grazie per l’ascolto ed il cordiale invito a risentirci presto.   

Fonte: Raccolta “Pagine di gioventù” (1959-1979) di Pelino Quaglione

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