Centri storici, luci a led…o no?

Siamo andati a vedere come si presentano oggi alcune zone del centro storico dove si è passati da un’illuminazione a luce “calda” a una a luce led, definita “fredda”.

La differenza c’è, eccome! Ovviamente, come spesso accade in questi frangenti, le scuole di pensiero sono sempre due, soprattutto se si fa credere che non esisterebbe una via di mezzo. Ci siamo informati e a detta dei tecnici, invece, ce ne sarebbero diverse.

Comunque c’è chi è per il cambiamento definendolo molto utile poiché le strade sono più visibili e sicure, mentre altri, di contro, rimpiangono quella luce soffusa che dava a certi luoghi quel senso di antico pieno di fascino, proprio di un paese turistico come il nostro, definito un presepe permanente grazie anche alla luce soffusa che lo avvolge (avvolgeva).

Un po’ di tempo fa, mentre si procedeva all’istallazione delle nuove luci, si è parlato tanto a cosa si andava incontro, paragonando la nuova illuminazione a quella dei centri commerciali, degli ospedali o anche dei parcheggi delle città. A questo punto, vedi foto, non è affatto difficile immaginarsi piazza della Codacchiola, una delle più caratteristiche di Scanno, con la neve e con le luci a led…è come stare dentro un frigorifero!

Eppure sono state fatte delle prove, è mai possibile che nessuno ha notato la  differenza? Si presume che una delle ragioni della sostituzione delle lampade precedenti con quelle a led sia da imputare al minor costo della bolletta/luce che pagherà il Comune o anche ad un accordo e a finanziamenti ottenuti in precedenza.
Ci piace pensare che tale infelice risultato non sia definitivo e irreversibile e quindi auspichiamo una presa d’atto di tali osservazioni e una modifica in corso d’opera.

Per altri casi, Italia Nostra ha ritenuto necessario attivare l’attenzione su questo delicato problema che interessa i centri storici. Sarebbe meglio, dunque, che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali elaborasse delle direttive (se non uno specifico regolamento), che obbligassero gli amministratori dei Comuni sottoposti a tutela a rispettare determinati criteri illuminotecnici, così come avviene per il colore dei prospetti degli edifici, e non lasciasse al libero arbitrio dei tecnici una scelta progettuale così importante.

N.B.: in questa terza foto si noti la differenza con la luce in fondo della facciata della chiesa di Sant’Antonio.

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