Il nostro canto libero

Una schiera di ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, si riunivano puntualmente di sera presso l’Asilo Buon Pastore per le prove del Coro di Scanno. Nei primi anni ’70 il maestro Liborio Quaglione, impiegato di banca, riuscì a coinvolgere oltre una cinquantina di scannesi a dedicarsi al canto; dapprima per la preparazione delle messe cantate, poi per la partecipazione alla processione del Venerdì Santo con il “Miserere”, quindi anche per l’esecuzione dei canti tradizionali alle manifestazioni turistiche.

Liborio era di certo una bella persona: sempre sorridente, disponibile ed affabile, insomma una persona a dir poco carismatica, di cultura, a volte ironico ed abbastanza preparato nel campo musicale dove riusciva sempre a mettere qualcosa di suo, rendendo il tutto più originale ed orecchiabile. Per noi aspiranti cantori il ritrovarsi nel salone grande dell’asilo, dopo un periodo di ambientamento, voleva significare soprattutto il passare insieme qualche minuto in spensieratezza fino all’accenno delle prime note, quando Liborio ci richiamava alla massima attenzione. Non mancavano le solite stonature che istintivamente il Maestro interrompeva come un vulcano in eruzione battendo con forza smisurata le sue grandi mani sui tasti della pianola così da sfogare tutta la sua rabbia, trattenendosi a mala pena dal lasciarsi andare a qualche imprecazione, tenuta lì a mezza bocca visto il luogo che occupavamo e la presenza delle suore. Provare e riprovare senza mai arrendersi era il motto di questo Gruppo che mai avrebbe abbandonato il suo Direttore, il quale spesso scuotendo la testa e sorridendo, al fine di spronarci, ci ammoniva ricordandoci di non esserci impegnati abbastanza e comunque abruzzesi dalla testa dura. Raggiungere la perfezione era cosa assai improbabile essendo quasi tutti noi molto lontani dal conoscere per bene la musica, muniti dei soli primi rudimenti scolastici, ma migliorare era senz’altro possibile.

Il Natale era ormai un ricordo con la nostra partecipazione alla messa solenne di mezzanotte. La chiesa madre come di solito si era riempita di gente già diverse ore prima…non vi dico la nostra emozione nel cantare il  “Puer natus”, un brano a quattro voci molto difficile da interpretare similmente al Gloria, per concludere infine con il “Tu scendi dalle stelle”. Tutto era andato per il meglio come anche per la messa di Pasqua e, contenti di ciò e soddisfatti, ci si accingeva a provare le canzoni in dialetto. Si passava quindi a brani molto più leggeri anche se Liborio cercava sempre di renderli diversi con nuove variazioni armoniose e ritmiche capaci di mettere in difficoltà persino chi il cantante lo facesse di professione. Ma con l’applicazione e il lavoro, mandando tutto a memoria, riuscimmo a raggiungere ottimi risultati tanto da essere applauditi a lungo durante i nostri concerti. Il repertorio era molto vario e comprendeva canzoni dedicate principalmente a Scanno, alle sue donne e al suo lago come: “Scanne bbielle”, “La Cemausa”, “Revienne a Scanne te”; “Laghe de Scanne nuostre”, ecc. e poi “Vola, vola, vola”  canzone simbolo del nostro Abruzzo.

Alle prove non mancavano gli scherzi dei più “anziani” che solitamente imputavano ogni errore d’intonazione a noi giovani. Per non parlare dei rimproveri alle ragazze quando si arrivava in ritardo, colpevoli di aver comunicato un orario delle prove diverso da quello giusto; naturalmente non era vero e come al solito la ragione era dalla loro parte. E poi quando siamo andati in trasferta a Pescasseroli e a Firenze ci sembrò veramente di aver toccato il cielo con un dito, smaniosi di accompagnare le nostre donne vestite con il costume tradizionale, tantissimo ammirate da tutti i presenti.

Ma quello che ci rese veramente orgogliosi in quell’anno fu l’esibizione in estate in piazza Codacchiola gremita di gente che, insieme a noi, all’unisono cantò tutte le nostre canzoni.

A completare questa bella avventura, il nostro direttore Liborio propose di registrare su nastro tutti i brani del Coro, brani che in seguito e a lungo hanno spopolato principalmente sulle frequenze di Radio Scanno a gentile richiesta dei tanti ascoltatori. Ai numerosi appuntamenti, seguì finalmente una bella giornata ricreativa con un ottimo pranzo per festeggiare Liborio e tutti noi, una giornata in cui ognuno si era dato un solo e unico obiettivo e cioè: quando si mangia non si canta.

Ma quel Coro di Scanno continuò la sua avventura ancora per diversi anni, sempre in maniera volontaria, libera e “incantata”.                                           

Fonte: Raccolta “Pagine di gioventù” (1959 – 1979) di Pelino Quaglione

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