In più di un’ occasione abbiamo avuto modo di parlarvi di teatro e della Compagnia del Pane (1977/78). Qualche anno prima lo stesso gruppo di ragazzi, tra i 17 e 22 anni, nati sul finire degli anni ’50, aveva già iniziato a cimentarsi con l’arte della recitazione; un po’ da incoscienti ma con tanto coraggio, impegno e grande passione per l’appunto, riuscì a dare corpo ad una strana, rischiosa e quanto improbabile idea. Avevano deciso di presentare al pubblico durante la settimana di Pasqua una rappresentazione teatrale sulla passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo in un modo diverso, fuori dai canoni e dall’impostazione tradizionale. Siamo nel 1973, e in precedenza, sempre presso la sala dell’Asilo d’infanzia “Buon Pastore” di Scanno, un altro gruppo di giovani guidato da Pasquale Di Cesare, che interpretava Gesù, aveva rappresentato l’intera Passione con tanto di tuniche, costumi d’epoca, armature da centurioni, ecc, come lo era stato nella realtà e come la storia declama.
A quel punto, che fare per sorprendere lo spettatore e creare interesse e partecipazione? Di conseguenza la scelta non poteva che essere “rivoluzionaria”. Ci pensarono qualche mesetto assaliti da mille dubbi; più o meno convinti che era assolutamente necessario cambiare tutto e principalmente le scene. Così si decise che non era più il caso di utilizzare i soliti costumi ma di andare in scena semplicemente con i soli jeans e maglietta bianca. Scelta alquanto strana ma che risultò vincente. Poi, ovviamente, anche i dialoghi dovevano essere molto più diretti e spontanei in chiave moderna. A ciò risultò fondamentale l’avervi abbinato, a sorpresa, una colonna sonora piuttosto singolare del genere pop-rock con musiche della P.F.M. (Premiata Forneria Marconi) e brani dei Pink Floyd ad anticipare di poco la più famosa opera cinematografica dal titolo “Jesus Christ Superstar” diretta da Norman Jewison, opera già conosciuta da qualche anno e di grande successo a livello teatrale.
Si iniziava con le note di Celebration dall’album Photos of Ghosts con tutti gli attori impegnati a tirare fuori, da sotto il palco, la croce di legno massiccio per porla al centro della scena dove sarebbe rimasta per tutto il tempo della durata della rappresentazione a simboleggiare l’immane e dolorosa tragedia. Questo inizio fu innovativo ed emblematico poiché alla suddetta operazione vi partecipava anche lo stesso Gesù, magistralmente interpretato da Dino Martellone, molto somigliante al personaggio e altrettanto bravo ed espressivo nella recitazione, da far emozionare non poco l’intera platea in assoluto e ossequioso silenzio fino ai fragorosi e lunghi applausi finali. La parte di Maria, madre di Gesù, fu affidata a Eleonora Caranfa mentre Pilato fu interpretato in maniera superlativa da Walter Petrocco, sempre molto autoritario nel comandare il centurione Ascanio Di Franco nell’atto della fustigazione di Gesù, nel ruolo di centurione anche Angelo Torrisi, Domenico Gavita e Antonio Di Croce .
Un’ altra novità, non meno rilevante, riguardò la narrazione dei fatti affidata a quattro voci distinte nelle persone di: Alfonso Fusco, Gina Quaglione, Lino Quaglione e Tina Silvestri, i quali si intervallavano seguendo con la dovuta puntualità i vari cambi di scena. Alle luci un attento Tonino Paletta dettava i tempi al fonico Lorenzo Fusco coadiuvato dal bravissimo Stefano Di Vitto, ragazzo straordinario, il cui contributo fu senza dubbio essenziale alla buonissima riuscita di tutta la manifestazione. Entrambi e molti altri ragazzi, come Emma Tarullo e Piero Silla, li ritroveremo qualche anno dopo nella commedia musicale dal titolo Homeide.
Ritornando alla Passione, grande fu il successo che vide il tutto esaurito a ogni appuntamento e che molti ricordano con estrema nostalgia, considerando che ogni cosa veniva fatta semplicemente per stare insieme, con lo spirito giusto di partecipazione attiva alla vita sociale del nostro amato paese e alla sua crescita culturale.
Quando si dice la passione…
Fonte: Raccolta “Pagine di gioventù” (1959 – 1979) di Pelino Quaglione