Da Frattura: ricordo di Nunzio Rozzi

Nunzio Rozzi, “nessuna consapevolezza del suo essere artista”

Nunzio Rozzi, nasce a Frattura vecchia il 7 Settembre 1912 da Rozzi Gilberto e Caputo Florinda. Patisce anch’esso la tragedia del terremoto del 1915 e vive la sua fanciullezza nelle “baracche”, alloggi provvisori post sisma, prima di trasferirsi in gioventù a Frattura nuova, ricostruita a pochi chilometri dal vecchio borgo.

Sposatosi con Giovannelli Foltina continua l’attività di agricoltore e allevatore tra gli stenti, a quei tempi ben comuni ai più. Cresce con rigore e tenacia i propri figli: Fernando, Lino e Fiorentina e inizia anche l’arte dell’arrangiarsi sfruttando il suo talento da artigiano nel rifoderare e approntare calzature. Nemmeno tra l’altro gli mancò una sorta di attitudine al rischio che ora definiremo “imprenditoriale”, mettendo su una piccola attività da fruttivendolo tra le mura domestiche. Ma tornando al talento, e in particolare alla capacità di lavorare il legno, passati i tempi più bui e alla luce di una ritrovata tranquillità, in età matura inizia di cesello a dar forma a dei ciocchi di legno raccattati qua e là. Una sorta di ispirazione mistica lo porta a dar vita a statue sacre rappresentanti il Cristo, la Madonna, gli angeli e in aggiunta dà vita anche a soggetti appartenenti al mondo animale. Alcune di queste opere sono oggi custodite nella parrocchia di Frattura e nel piccolo museo locale dello stesso paese. Altre invece dimorano, presumibilmente, tra le mura domestiche degli eredi. Nunzio coltiverà la sua inclinazione artistica, senza nessuna consapevolezza del suo essere artista, fino a tarda età. Si spegnerà a Sulmona, dove si era da tempo trasferito, il 23 gennaio del 1999.

                                                                                                                                      M.G.

La biografia completa sul prossimo numero del giornale in uscita a giugno 2021.

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“Nessuna consapevolezza del suo essere artista”

Nunzio Rozzi, nasce a Frattura vecchia il 7 Settembre 1912 da Rozzi Gilberto e Caputo Florinda. Patisce anch’esso la tragedia del terremoto del 1915 e vive la sua fanciullezza nelle “baracche”, alloggi provvisori post sisma, prima di trasferirsi in gioventù a Frattura nuova, ricostruita a pochi chilometri dal vecchio borgo.

Sposatosi con Giovannelli Foltina continua l’attività di agricoltore e allevatore tra gli stenti, a quei tempi ben comuni ai più. Cresce con rigore e tenacia i propri figli: Fernando, Lino e Fiorentina e inizia anche l’arte dell’arrangiarsi sfruttando il suo talento da artigiano nel rifoderare e approntare calzature. Nemmeno tra l’altro gli mancò una sorta di attitudine al rischio che ora definiremo “imprenditoriale”, mettendo su una piccola attività da fruttivendolo tra le mura domestiche. Ma tornando al talento, e in particolare alla capacità di lavorare il legno, passati i tempi più bui e alla luce di una ritrovata tranquillità, in età matura inizia di cesello a dar forma a dei ciocchi di legno raccattati qua e là. Una sorta di ispirazione mistica lo porta a dar vita a statue sacre rappresentanti il Cristo, la Madonna, gli angeli e in aggiunta dà vita anche a soggetti appartenenti al mondo animale. Alcune di queste opere sono oggi custodite nella parrocchia di Frattura e nel piccolo museo locale dello stesso paese. Altre invece dimorano, presumibilmente, tra le mura domestiche degli eredi. Nunzio coltiverà la sua inclinazione artistica, senza nessuna consapevolezza del suo essere artista, fino a tarda età. Si spegnerà a Sulmona, dove si era da tempo trasferito, il 23 gennaio del 1999.

  Marcello Giovannelli                                       

La biografia completa sul prossimo numero del giornale in uscita a giugno 2021.

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